(Nota autografa: «Questa lettera ti viene spedita quasi un mese dopo essere stata scritta; la mia confusione si fa grave. È vero anche che sono stato assente da Milano per una quindicina di giorni. Scusami.».)
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano
Incipit
Caro Giovanni, grazie del libro e della dedica: non ho dimenticato quegli anni e, qua e là rileggendo, li ho trovati in queste pagine.
Explicit
Tu concedi la contraddizione a tutti, io no.* Questo non mi impedisce di volerti bene. Voglimene anche tu e vivi meglio che puoi. tuo | Franco Fortini
Regesto
Fortini ha riconosciuto nel libro di Giudici i relativi anni [1959-1975], e il suo solito passo dinoccolato. Stima molto il suo lavoro, soprattutto poetico, ma fa fatica a parlargli (gli vengono in mente i versi d'epigramma «… giù, bambino | picci piccino») perché sa di essere fazioso e settario, e non concede agli altri l'agilità che nega a se stesso. Entrambi, comunque, sono coerenti, e nonostante tutto si vogliono bene. Le loro divergenze non sono politiche, ma ideologiche: Giudici concede la contraddizione a tutti, e Fortini no (non si tratta di giudizi morali ma solo psicologici).
Testimoni
Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»