Lettera n. 771

Mittente
Forti, Marco
Destinatario
Fortini, Franco
Data
13 giugno 1972
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano
Incipit
Caro Franco, | può darsi che rispondendo alla tua lettera del 9 giugno io mi sia dimostrato permaloso, come mi dici nella tua nuova lettera dell'11;...
Explicit
Comunque, per quanto mi riguarda, la faccenda è chiusa e credo che abbiamo speso tutti e due anche troppe parole su tutto questo. | Buon lavoro. | Ciao | tuo
Regesto
Forti si scusa per l'intemperanza della sua risposta [#1017] alla lettera di Fortini del 9 [#1018; cfr. Fortini a Forti, 11 giugno 1972, #1019]. Ma come avrebbe dovuto reagire? Le valutazioni apocalittiche sul momento attuale non dovrebbero interferire sulla piccola questione se pubblicare o no sull'Almanacco. Fortini non aveva mai messo in dubbio l'opportunità di contribuire, ma solo la strutturazione del ms. Dopo essersi fatto invitare, ha detto che pubblica su «Quaderni Piacentini» e su «Paragone» e che desidera pubblicare al più presto un volume nello "Specchio"; ma che non vuole pubblicare sull'Almanacco. Forti si è impermalito perché ha sentito svanire all'improvviso la collaborazione con una persona stimata come Fortini, a causa di una discriminazione che in effetti c'era, accompagnata da un comportamento che sembrava dettato da egocentrismo e strumentalizzazione del prossimo. Forti comprende solo in parte le ragioni ideologiche di Fortini. Se il momento politico e culturale è quello che è (cosa che andrebbe discussa a parte), e se collaborare a una pubblicazione specialistica come l'Almanacco è da ritenersi colpevole per chi abbia della letteratura una visione di "credente" e non di "praticante", come può non essere anche più colpevole la richiesta di destinare le stesse poesie a una collezione altrettanto specialistica come "Lo Specchio"? L'Almanacco uscirà con un'arcata in meno. Forti preferisce comunque ritenere Fortini tortuoso e sgarbato che dar credito all'immagine, troppo deamicisiana, alla fine della sua ultima lettera. Fortini sa benissimo che non gli mancano gli amici, ma è lui che gode a frastornarli. Per Forti la faccenda è chiusa e, anzi, hanno speso anche troppe parole a riguardo. Infine, le letture editoriali dei Masini e dei Cantini non c'entrano: quando Forti interruppe l'invio dei manoscritti, fu solo per richiesta di Fortini.
Testimoni
  • Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Marco Forti, Marco Forti, Forti, 10/236
    19, 20