(Sia sull'originale spedito in APICE sia sulla copia in AFF, «70» aut. su «69».)
Luogo di partenza
Ameglia
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano
Incipit
Caro Giudici,| da un mese o più mi porto in tasca la tua ultima lettera.
Explicit
Per collaudare questa finzione mi firmo dunque ancora tuo affezionatissimo | Franco Fortini
Regesto
Fortini si porta in tasca l'ultima lettera di Giudici [30 novembre 1969, #37], combattuto tra il desiderio di esprimere il suo pensiero su certi suoi scritti e la vergogna di chi sa che non bisogna giudicare, se il giudizio rischia di pretendersi morale e non solo politico o letterario.
L'ultimo mese ha offerto occasioni di ripensare a chi si può ignorare, chi si deve conoscere, e chi non più e perché. Se Giudici dissente sulla valutazione di queste occasioni, consideri che si tratta solo della copiatura di indirizzi su una nuova agenda a fine d'anno. In effetti, il silenzio di Fortini potrebbe apparire evasivo o conciliante, e il suo dissenso da Giudici potrebbe anche limitarsi a qualche battuta sulla cattiva qualità della sua prosa giornalistica. Nel primo caso si riterrebbe disonesto, e nel secondo sciocco. Deve impegnarsi a mantenere la riservatezza sul distacco da una persona che gli era stata assai vicina.
Note
All'originale spedito conservato in APICE corrisponde in AFF una copia senza firma. Il primo differisce dalla seconda per l'aggiunta di alcune virgole.
Testimoni
Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»
lettera n. 21
Siena, Centro Studi Franco Fortini, Franco Fortini, Franco Fortini, Corrispondenza, scatola XXVII, cartella 2, Franco Fortini a Giovanni Giudici