Lettera n. 6

Mittente
Fortini, Franco
Destinatario
Kunzli, Arnold
Data
8 novembre 1944
Luogo di partenza
Lausanne
Luogo di arrivo
[Zurigo]
Lingua
francese
Incipit
Mon cher Künzli, | comment donc te rémercier de ta lettre!
Explicit
Et si tu as quelque livre français à m'envoyer, je t'en rémercie ici même. Crois à mon amitié. Bien à toi | Franco Lattes
Regesto
Fortini è molto grato a Künzli della sua lettera [Künzli a Fortini, 7 novembre 1944, #12], che dimostra attenzione e affetto. Fortini è deluso per non avere combattuto con le armi. Dal 9 [ottobre], per 4 giorni, ha lavorato all'Ufficio Stampa del Governo Provvisorio di Domodossola. Poi, con la controffensiva nazi-fascista, la tragica ritirata attraverso le valli, e il rischio di essere catturato. Lo sforzo di volontà più serio e più meditato è stato quello di affrontare il salto nel buio che era il confine, senza illusioni, in piena coscienza del rischio. Non se ne pente, ma la considera una vera vittoria. Fortini non ha avuto paura all'attacco dei tedeschi, il 13 pomeriggio (non avendo fatto la guerra, non aveva mai subito un'imboscata). Ha avuto molta paura, invece, la sera dell'evacuazione, sul camion tra i tornanti della montagna e ponti stretti su precipizi. E poi, camminando sotto il sole sulla neve infinita. Ma potrebbe essere stata l'esperienza più interessante: i giorni 13-15 sono stati frenetici e tesi, e Fortini fu travolto dalla paura di essere catturato o di rimanere solo. Perse completamente la pace interiore, il mezzo sorriso di intesa fraterna con Dio, la sicurezza di sé. Finché, la sera del 15, non chiacchierò con un giovane straordinario, editore e pittore, che aveva sposato una figlia di Matteotti. Ufficiale dei partigiani e comunista, aveva una tale calma cristiana, ed esprimeva pensieri così vicini ai valori profondi di Fortini, che lo fece vergognare di sé e delle sue preoccupazioni. Immediatamente ritrovò se stesso. In seguito non vide più il ragazzo, che forse è in Svizzera. Fortini prova a lavorare, e forse potrà essere rilasciato. Ha letto molto poco, scrive lettere, parla con i contadini rifugiati. Gli piace la pace svizzera come mai prima. Paragonando il paesaggio, la lingua e lo stile vaudesi e zurighesi, gli pare di comprendere davvero le ragioni svizzere. Chiede a Künzli di informarlo di ciò che legge e che fa, e se ha qualche libro francese da mandargli.
Nomi citati
  • Matteotti, Giacomo
  • Matteotti, Isabella
Note

Indirizzo del mittente: «Lausanne, Camp de Réfugiés de la tour Haldimand».

Testimoni
  • Berna, Archivio Svizzero di Letteratura, Arnold Künzli, Arnold Künzli, Corrispondenza, B-2, LAA bis Linder, Scatola 83
    lettera n. 5
Bibliografia
  • Alessandro La Monica, Premessa, in Franco Fortini, La guerra a Milano. Estate 1943, Edizione critica e commento a cura di Alessandro La Monica, Prefazione di Stefano Carrai, Ospedaletto (Pisa), Pacini, 2017 (Strumenti di filologia e critica. Collana del Dipartimento di Filologia e Critica della Letteratura dell'Università di Siena, 25), pp. 9-51, 23