Lettera n. 673

Mittente
Fortini, Franco
Destinatario
Corti, Maria
Data
28 novembre 1965
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano
Incipit
Cara Corti, sono dieci giorni che mi porto in tasca, come un feticcio, la sua lettera; e m'era successo anche con quella di Segre.
Explicit
... con ironia minore di quanto possa parere, che “nelle sue orazioni siano ricordati tutti i miei peccati”. Il suo | Franco Fortini
Regesto
Da dieci giorni Fortini tiene in tasca, come un feticcio, la lettera di Corti [18 novembre 1965, AFF]; così come aveva fatto con quella di Segre. Se Corti lo conoscesse meglio, capirebbe facilmente il motivo per cui consensi come quello lo confortano e inorgogliscono più delle parole stampate. Fortini ha consumato il suo tempo nell'errore e nel disordine, quando avrebbe potuto dedicarsi agli studi. Invece è costretto a fatiche "alimentari". Corti lo sa bene: il mondo paga quello che di peggio gli si sa dare. Con le parole di Amleto, ma con minore ironia di quanto non sembri, Fortini le chiede: «nelle sue orazioni siano ricordati tutti i miei peccati».
Testimoni
  • Pavia, Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia, Maria Corti, Maria Corti, COR 7.F
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