Lettera n. 648

Mittente
Giudici, Giovanni
Destinatario
Fortini, Franco
Data
2 gennaio 1964
Luogo di partenza
[Milano]
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano, latino, inglese
Incipit
Caro F., | mi riferisco alla tua del 1° gennaio.
Explicit
...lascio un po' fluttuante un eventuale impegno per la serata, qualora tu preferissi appunto vederci domani sera. | Tuo, aff.mo | G. Giudici
Regesto
Giudici risponde alla lettera di Fortini del 1° gennaio [#33]. D'accordo sulla necessità di distinguere i vari tipi di "negazione" e su ciò che segue (penultimo capoverso della p. 4). La contestazione letteraria non va vista come sostitutiva di una lotta politica (o suo surrogato moralistico) ma semmai – pugnale sotto i panni – come anticipazione nel settore letterario della società che da una lotta politica potrà scaturire. Chiara la distinzione di Fortini tra il da dirsi e il da non dirsi, il da farsi e il da non farsi sul piano del lavoro letterario (rivista). Il "da non dirsi" rientra nel lavoro di seminario privato. L'appello di Fortini alla specializzazione (essere esaurienti, comunicativi, razionali: scolarship) considera quest'ultima come valore strumentale "competitivo", non ideologico. Come tale, quindi, da osarsi. Ma come fattore di contestazione istituzionale la scolarship ha un valore solo potenziale: assume un valore effettivo se diventa supporto di altre forme sul piano critico-ricognitivo. Non si può pretendere rigore specialistico se non su temi di ricerca molto limitati e precisati. Ma si può influenzare politicamente il contributo degli specialisti. Poco potendosi contare sulla disponibilità degli anziani, bisogna cercare i giovani (quel Renzi amico di Folena ad esempio). Fortini parla di selezione dei testi rigorosa e motivata. Se gli espliciti motivi contestanti sono, in pubblico, da tacere, occorre affidarsi sperimentalmente e simbolicamente alla contestazione delle forme istituzionali minime, facendo cose diverse sul piano critico-ricognitivo. Se il gioco deve essere doppio, duplice dovrà essere la carica allusiva (forme logore e anticipatrici). Guardarsi dall'ideologia facile, limitarla all'area letteraria specifica e lasciando gli altri settori ai relativi specialisti, motivarla al livello del self-brain watching, anche ai fini dell'esperienza inventiva personale (per non svelare i piani e non farsi il vuoto intorno), e rifiutare l'aura allusiva del "come tutti sanno, ecc.". Giudici non ha affermato che la poesia è, solo per il fatto di esistere, contestazione. Ha solo affermato il valore episodico, occasionale e non sistematico della poesia come contestazione. Non gli è chiaro come «l'atto del respingere non dovrebbe essere tanto interno al discorso poetico quanto esterno». Una certa contestazione esterna sul piano inventivo è stata a loro modo assunta dai neoavanguardisti sia pure in termini di mero formalismo o quasi; ma è proprio il loro tallone d'Achille. Invece una ricerca contestativa dell'aura istituzionale corrente dev'essere problematica. Giudici non vede come questo possa conciliarsi con una tendenziosità a livello delle poetiche (che a suo avviso costituirebbe un netto passo all'indietro), oppure non ha capito bene il pensiero di Fortini. Giudici enfatizza il momento critico-cognitivo e l'attività riformatrice nel settore non perché si tratta di terreno meno scivoloso, ma perché su questo terreno è possibile lavorare proficuamente in senso contestativo (e auto-contestativo), incoraggiando indirettamente poetiche non compromesse. In questo momento poi non è motivato a svolgere ricerche dirette di poetica. Sul piano pratico della rivista non gli sembra opportuno esplicitare eccessivamente una preoccupazione di questo genere. Per non dire che un atteggiamento di discriminazione poeticistica o estetologica porta il più delle volte chi se ne ammanta alle sabbie mobili del vittoriniano "interessante". Argomenti simili a questi si trovano in una lettera di Giudici a Sereni e potrebbero fondersi con il fruttuoso sommario di Fortini. Prossima mossa sarebbe dedicarsi ai papers sul rapporto tra contestazione globale politica e contestazione specifica settoriale. O, per evitare il generico, sull'analisi ipotetica delle "mediazioni di tipo nuovo" (anche al livello inventivo). Per la rivista, potrebbero vedersi venerdì o sabato e stendere 4 o 5 tesi come base del discorso con Sereni. Giudici farà un piccolo elenco di possibili collaboratori, sulla base delle riviste di cui dispone. Attende una telefonata di Fortini e rimane a disposizione anche, eventualmente, per incontrarlo il giorno successivo.
Testimoni
  • Siena, Centro Studi Franco Fortini, Franco Fortini, Franco Fortini, Corrispondenza, scatola VI, cartella 19, Giovanni Giudici a Franco Fortini
    lettera n. 7
  • Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»
    lettera n. 4
Edizioni
  • Fortini, Giudici 2019, lettera n. 16, 106-109