Lettera n. 641

Mittente
Fortini, Franco
Destinatario
Einaudi, Giulio; Strada, Vittorio (?); Bobbio, Norberto (?)
Data
[8 dicembre 1963]
(La lettera riporta l'anno 1964, ma risale al 1963 sulla base di elementi evidenti. Si apre su un riferimento alla lettera di Giulio Einaudi del 24 luglio «u.[ltimo] s.[corso]» (Giulio Einaudi a Fortini, 24 luglio 1963, #429). Inoltre, la risposta di Vittorio Strada è datata 11 dicembre 1963 (AFF); quella di Norberto Bobbio 13 dicembre 1963 (AFF); quella di Giulio Einaudi 17 dicembre 1963 (#432).)
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Torino
Lingua
italiano
Incipit
In data 24 luglio u.[ltimo] s.[corso] mi è stata spedita una lettera a firma Giulio Einaudi.
Explicit
Ritengo opportuno quindi che copia della presente giunga, se non a tutti, ad alcuni amici almeno che del consiglio fanno parte. | Con i miei saluti. | Franco Fortini
Regesto
Il 24 luglio Giulio Einaudi ha spedito a Fortini una lettera burocratica [#429]. Non era certo una lettera privata, dato che in agosto Fortini e Einaudi si sono visti più volte, senza che quest'ultimo gliela menzionasse. A tale lettera, che gli proponeva un nuovo rapporto di lavoro (traduzioni pagate a rendimento e partecipazione ad almeno una riunione al mese, con compenso forfetario), Fortini rispose un mese dopo chiedendo che gli fosse mantenuto lo stipendio mensile [Fortini a Giulio Einaudi, 29 agosto 1963, AFF]. In seguito all'assenso verbale di Einaudi, Fortini presentò a Bollati un elenco di lavori in corso o in progetto per un periodo di due anni. Bollati propose verbalmente una cifra mensile per il lavoro di traduzione e redazionale, più una cifra annua per la partecipazione alle riunioni. Complessivamente, a Fortini si prospettava una decurtazione di stipendio del 30 %. Il 29 settembre, a Dogliani, Fortini ricordava a Bollati che: 1) la lettera-contratto del 31 ottobre 1959 [#575] gli aveva assegnato la responsabilità editoriale della “Pbe”, da lui portata avanti finché la casa editrice non ritenne di procedere a una “riforma”; 2) la nuova proposta non gli conferiva alcuna precisa responsabilità editoriale, per motivi di cui sosteneva «esclusivamente» responsabile la «fase attuale del lavoro editoriale». In questo modo Einaudi dimostrava di non voler far nulla per evitare che Fortini subisse le conseguenze economiche e professionali di questa situazione, dopo che nessuno gli aveva facilitato il compito quando ancora si parlava di assegnargli una corresponsabilità nel settore della narrativa e della saggistica letteraria straniere, la cura della collezione “Poeti stranieri con testo a fronte”, la sovraintendenza della “Nue”, l'iniziativa della inserzione eventuale di testi poetici nei “Coralli”. Fortini disse inoltre a Bollati che non poteva accettare una consulenza priva di effettivo contenuto, senza una delimitazione precisa di responsabilità e mezzi per esercitarla. Insistette perché gli fosse affidata formalmente la responsabilità del settore di cui aveva competenza specifica, attinente alla poesia italiana e straniera. Per facilitare la trattativa era disposto ad accettare la decurtazione di stipendio, ma non avrebbe potuto, per motivi professionali e morali, accettare la collaborazione esterna che la casa editrice gli offriva, equivalente a una retrocessione di qualifica, con ritorno al compito svolto prima del 1959. Dal 29 settembre al 29 novembre Fortini non ricevette risposta. In seguito Bollati gli comunicò la non intenzione di continuare la trattativa. Questo comportamento chiarisce il senso delle espressioni di amicizia di cui trabocca la lettera di Einaudi del 24 luglio, che Fortini, considerati i 18 anni di rapporti personali e professionali con la casa editrice, riteneva autentiche. Fortini chiede una risposta scritta a quanto da lui richiesto fin dal 29 settembre, essendo la casa editrice responsabile dei danni – soprattutto fiscali – arrecatigli da ogni ulteriore mancanza di diligenza nelle trattative [cfr. Giulio Einaudi a Fortini, 17 dicembre 1963, #432]. Copia della presente lettera giunga ad alcuni membri del consiglio editoriale, poiché ogni decisione di diniego o conferimento di incarichi riguarda anche loro. Tra gli altri, Mila ha chiesto come mai Fortini non si sia fatto più vedere.
Testimoni
  • Torino, Archivio di Stato di Torino, Einaudi, Einaudi, Serie «Corrispondenza con collaboratori italiani», cartella 83, fascicolo 1263 («Fortini»)
    717-719
  • Siena, Centro Studi Franco Fortini, Franco Fortini, Franco Fortini, Corrispondenza, scatola XXVI, cartella 69, Franco Fortini a Giulio Einaudi
    lettera n. 12