(La lettera è successiva al trasferimento di Pavese dalla sede milanese della casa editrice a quella torinese («sono scappato da Milano»), che risale all'ottobre 1946 (cfr. Mangoni 1999, p. 281).)
Luogo di partenza
[Torino]
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano
Incipit
Caro Fortini, | io sono scappato da Milano apposta per non più sentir parlare delle questioni amministrative lasciate insolute e soprattutto delle complicazioni con Politecnico.
Explicit
Mi dispiace che la Casa Ed[itrice] sia diventata una simile gabbia di matti, ma che vuoi farci? | Ciao. | Pav.
Regesto
Pavese ha lasciato Milano per non avere più a che fare con le molte questioni amministrative lasciate insolute e le inadempienze del «Politecnico». Pavese non ha colpa se la casa editrice si è trasformata in una «gabbia di matti». Non hanno sufficiente denaro per pagare Fortini e un'altra quarantina di traduttori nella sua situazione da molto tempo. Le traduzioni da Camus, Éluard e Gide sono state trattate da Vittorini in Francia, per la "Politec[nico] Biblioteca", e non lo riguardano. Fortini sarà messo in lista con gli altri creditori per Foglio di via.
Nomi citati
Éluard, Paul
Camus, Albert
Gide, André
Testimoni
Torino, Archivio di Stato di Torino, Einaudi, Einaudi, Serie «Corrispondenza con collaboratori italiani», cartella 83, fascicolo 1263 («Fortini»)
11, 12, 13
Bibliografia
Luisa Mangoni, Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni Trenta agli anni Sessanta, Torino, Bollati Boringhieri, 1999 (Nuova cultura, 70), 282n