Il mittente è ignoto (assenza di firma e sigle), ma si tratta di una figura dotata di potere decisionale. Dato che Cesare Pavese a questa data è a Roma, si potrebbe pensare a Giulio Einaudi in persona, non senza qualche perplessità – o, con minore probabilità, a Felice Balbo. Nessuno dei due, infatti, si occupava di poesia e di narrativa.