Lettera n. 1086

Mittente
Fortini, Franco
Destinatario
Ruggeri, Claudia
Data
10 marzo 1990
Luogo di partenza
[Milano]
Lingua
italiano, tedesco, latino
Incipit
Cara Ruggeri, la rammento benissimo e la ringrazio molto del ricordo e della fiducia e dell'invio.
Explicit
Io, per fortuna sua, modello non posso né voglio essere ma invece, e con molta stima e simpatia, il suo | Franco Fortini
Regesto
Fortini si ricorda di Ruggeri e ringrazia della fiducia. Ha letto Inferno minore con ammirazione imbarazzata per l'intelligenza e la passione, accompagnata però da una grande cautela per quanto è del rapporto di Ruggeri con il linguaggio. Il «pastiche», culturale prima che linguistico, occupa tutto il lavoro. Un accumulo, una ripresa di modi e vezzi di avanguardie e neoavanguardie fa pensare a un sovraccarico di gioielli eccessivo per il buon gusto di Ruggeri. Nessuno sa meglio di Fortini che la poesia è anche letteratura e artificio, ma in Ruggeri un "sistema" letterario fortemente organizzato e tirannico rischia di soffocare la comunicazione metaforica o allegorica. Cose che lei ha ben chiare («amo la continua consegna mondana», «amo le tue cadute benché siano finte»). Un «"romanzo" psicologico» che non manca di ritmo e passaggi forti, ma tendente alla saturazione con tutti gli strumenti possibili, con esiti di soffocazione e autoannullamento. A Fortini pare che il "punto" non sia di scrittura, ma di esistenza: comprende le tensioni e le alterazioni comportate dall'aver superato una così grave malattia, ma tiene a mente quanto Giacomo ha scritto per procedere oltre questa via banale. Ruggeri dovrebbe uscire da un tale corridoio di specchi, al contempo delizioso, terrificante e infame (Inferno minore), non alla ricerca della salute o della salvezza ma di una maggiore attenzione al senso di «Klassiche Dänfung», limitazione dei mezzi, escursioni dei livelli di linguaggio, discorso, esperienza, e una minore fiducia nella "impunità" della parola letteraria. Dovrebbe ritornare alla prosa più banale e convenzionale, sbarazzandosi dei modelli introiettati, prima di ritornare al verso. Lei, che è una «testa forte», saprà valutare questa lettera quanto merita, cioè pochissimo: Fortini non può né vuole essere un modello.
Testimoni
  • Firenze, Gabinetto Vieusseux - Archivio Contemporaneo Alessandro Bonsanti, Claudia Ruggeri, Claudia Ruggeri, fascicolo «Fortini Franco»